Le Botteghe del Botteghino

Il centro della valle che si rianima

testo di Mauro Moggi

 

Quando fui invitato all’incontro sul “percorso partecipato” presso la ex scuola del Botteghino, nel lontano dicembre 2013, ci andai malvolentieri, deluso per la chiusura della scuola, deluso per alcune scelte dell’Amministrazione comunale. Tuttavia, un po’ per spirito di servizio, un po’ per curiosità, mi recai all’appuntamento. Arrivai in ritardo e mi persi le presentazioni. Era bello, però, vedere la saletta gremita: alcune persone erano conosciute, altre non le avevo mai viste pur facendo parte di una comunità con un migliaio scarso di abitanti. Stetti ad ascoltare la pro- posta del percorso partecipato presentata dall’assessore alla cultura Benedetta Rossi, dal vicesindaco Franca Filippini e dai rappresentanti comunali Andrea De Maria e Marina Zuffi . Il cittadino era la parte decisionale e organica di un progetto che, partendo dall’ex struttura scolastica, cercava collaborazione con le istituzioni, vera espressione di forma democratica dal basso. Per la prima ora navigai a vista e aspettai gli eventi, che si chiarirono dopo alcune schermaglie dovute a vecchie ruggini non ancora superate. La vera novità, però, furono le trenta e più proposte fatte dalle comunità presenti, le più disparate, che spaziavano dal recupero del territorio ai laboratori creativi, dalla creazione di un giornale locale al sostegno ai ragazzi in difficoltà scolastica. Tutte tendevano a creare aggregazione e, in una specie di stimolante risveglio intellettuale, si concretizzarono poi in tre gruppi di lavoro, in base alle tematiche: giovani e famiglie, ambiente, storia e territorio.

 

 

Nei successivi cinque incontri, pian piano, i gruppi si consolidarono nell’organico e nelle tematiche e la partecipazione era subordinata non tanto alle capacità dei singoli bensì alle loro aspirazioni.
Decidemmo di chiamarci “Botteghe del Botteghino”, anche se per poco non fummo “Il battello sullo Zena”, e partimmo con curiosità e con l’impeto della nuova avventura.
Il 29 marzo 2014 vi fu la festa che concluse l’elaborazione del percorso partecipato, dove furono mostrati ai cittadini i progetti sviluppatisi durante i tre mesi di lavoro.
Negli anni, alcuni progetti hanno preso corpo, alcuni si sono trasformati, altri, esaurita la fase propulsiva, sono terminati, altri ancora non sono mai partiti, ma tutti hanno contribuito a svolgere un’azione propedeutica a creare un’identità e la consapevolezza che soltanto occupandoci della cosa pubblica ci appropriamo automaticamente di noi stessi: il territorio e la comunità che lo abita sono un organismo unico. Per di più, la comunità delle “Botteghe del Botteghino” ha fatto rete con le altre realtà consolidate del territorio, il Circolo Arci e la Parrocchia, rivelandosi una specie di cuscinetto tra mondi spesso distanti migliaia di chilometri in uno spazio di poche centinaia di metri.

 

 

Allo stesso modo il gruppo che si occupa della pulizia della vallata (I Love Val di Zena) capitanato da Lisetta Asoli e Franco Rossini ha collaborato con gruppi simili di San Lazzaro e di Pianoro in una continuità che non conosce barriere territoriali. Negli ultimi anni l’attività delle botteghe si è espansa grazie alla collaborazione con l’Associazione Parco Museale Val di Zena, una realtà presente sul territorio dal 2008, che ha trovato nuova linfa nella comunione di intenti legati alla riqualificazione e promozione del territorio sia dal punto di vista naturale che culturale.
Non farò l’elenco delle attività, ma mi piace ricordare come la sede di via Zena 46 sia da anni spazio per iniziative aperte a tutti. Alcuni esempi sono i laboratori gratuiti di creta rivolti ai ragazzi, coordinati da Massimo Paganini (ancora adesso si possono vedere i lavori svolti appesi alle bellissime querce del parco omonimo); l’iniziativa “Aiuto compiti”, che ha permesso agli studenti di essere affiancati da insegnanti e collaboratori; l’iniziativa del giugno 2015 quando, con una bella passeggiata, i bambini dell’Estate Ragazzi della parrocchia di San Salvatore di Casola furono portati in un paese che non c’è più, Gorgognano, di cui è rimasto solo il cimitero, occasione che ha permesso loro di conoscere gli ultimi anziani abitanti della zona, un incontro fra generazioni, all’insegna della memoria guardando al futuro.
Alcune iniziative hanno avuto un lungo respiro e sono tuttora in piedi, come le lezioni di lingua inglese; altre, come gli incontri psicologici di gruppo tenuti da Michele Bisato, o la “Pizza a sorpresa” dedicata ai bambini, organizzata da Elisa Braga, dove la sorpresa erano tematiche
scientifiche in forma ludica, hanno avuto un ciclo che si è concluso.

 

 

La bellissima struttura viene inoltre utilizzata dagli Scout, dai ragazzi della Parrocchia nell’ambito dell’Estate Ragazzi, dai campi di volontariato del CISV (Children’s International Summer Villages) e di Libera. Seppur diversi, questi progetti hanno in comune l’educazione ai rapporti umani e tutto ciò che ne consegue: la capacità di riconoscimento, di ascolto, di reciprocità, d’incontro, di accoglienza, e confermano come la “Scuolina”, così chiamata dai locali, sia un luogo estremamente polivalente che negli anni si è aperto alle esperienze più varie e non esclusivamente legate al territorio “botteghinese”. Una delle dimostrazioni più lampanti di ciò è il Land Rock Festival, partito nel 2016 su iniziativa di Paolo Corazza, un frequentatore dei corsi, il quale ha trovato sinergie e collaborazione con il Circolo Arci del Botteghino e L’Associazione Parco Museale Val di Zena. La rassegna musicale, che si svolge nel Parco delle Querce della frazione, ha il rock nel suo DNA, ma presenta anche gruppi di estrazioni e gusti musicali diversi provenienti dalla provincia di Bologna. Ai concerti si possono trovare quindi nostalgici “rock men”, adolescenti, curiosi, famiglie con bambini, attempati signori che si godono il fresco del parco e la cucina sempre aperta, perché musica e cibo sono un binomio perfetto.

 

 

Questa predisposizione alla musica ha sempre contraddistinto le attività dell’Associazione sviluppandosi nelle iniziative di “Sentieri e domani” dove i trekking proposti culminavano in concerti musicali e vocali di varie tipologie o nell’utilizzo della Sala da Concerti della valle, la nostra Chiesa, messa a disposizione più volte da Don Paolo Dall’Olio per ascoltare le eccellenze del nostro territorio grazie alla collaborazione con il maestro Gianluca Guido Maccarrone, docente di musica a Pianoro. Essendo la Val di Zena la pista ciclabile più percorsa dai velocipedisti della regione, non poteva mancare la pedalata non competitiva, Val di Zena Biking, organizzata da Franco Rossini e Paolo Valerio, con lo scopo di far conoscere le bellezze della Valle e sensibilizzare sulla salvaguardia di questo ambiente ancora incontaminato.
Nel 2015, su sollecitazione dei ragazzi del Botteghino di Zocca e delle loro famiglie, l’Amministrazione comunale ha predisposto uno spazio giovani dove potersi ritrovare in sicurezza e in un ambiente confortevole. I ragazzi hanno arredato un’aula che utilizzano sia per giocare sia per studiare ma principalmente per stare insieme al caldo durante i lunghi mesi invernali.
A distanza di quattro anni le mie personali considerazioni sono molto positive. Non avrei mai creduto che saremmo riusciti a creare e consolidare tanti progetti, non avrei mai creduto che un gruppo così eterogeneo potesse compattarsi dietro a iniziative impegnative e faticose, eppure ci siamo riusciti, con volontà, dinamismo, intraprendenza. Ci sono stati momenti di sconforto e ce ne saranno altri, qualcuno ha abbandonato la comitiva, ma il seme piantato il 2 dicembre del 2013 è diventato una bella pianta rigogliosa, idee e proposte sono in continua discussione, i rapporti con l’Amministrazione sempre più saldi e la comunità nata intorno al progetto partecipato è una bella realtà della Val di Zena di cui andare orgogliosi.