Modellando la Natura
IL VERSANTE CREATIVO DELLA VALLE e tutto nacque come un gioco
La maggior parte delle iniziative che ci hanno portato sino ad oggi ad avere un rapporto intimo con il territorio sono nate nella frazione di Botteghino di Zocca e più precisamente nella ex scuola materna di via Zena 46. Tra le tante ci fu quella di offrire una serie di incontri alla cittadinanza, in cui venisse stimolata la creatività dei bambini. L’idea fu accettata con grande entusiasmo, anche perché la struttura non poteva perdere completamente l’identità per cui era stata costruita. Preferimmo impostare gli incontri come momenti ludici e non come corsi, proprio per dare più importanza a questi nuovi spazi e ai momenti di condivisione vivendoli insieme. La cosa più importante era imparare a conoscerci. Nacquero così i laboratori creativi “Modellando la Natura” che consistevano semplicemente nel creare messaggi inerenti alla Val di Zena realizzandoli con la creta modellata.
La presenza agli incontri nei fine settimana fu altissima. Genitori e figli frequentavano quelle che rinominammo “Le Botteghe del Botteghino”, con entusiasmo e coinvolgimento. L’argilla con la magia della sua manipolazione fu lo strumento protagonista dei laboratori e coinvolse persone di tutte le età. Gli adulti, infatti, stressati dal ritmo lavorativo della settimana, scoprirono i poteri terapeutici dell’uso della creta. Risultato? Erano tutti meravigliosamente rilassati e in armonia tra loro.
La produzione, a tema libero sull’interpretazione della Val di Zena, produsse la bellezza di una cinquantina di manufatti in terracotta che avevano come messaggio comune il senso di appartenenza al territorio, cosa non scontata.
Fu questa la molla che fece scattare in noi la consapevolezza che la creatività poteva essere uno strumento per stimolare le persone a condividere le problematiche sociali generando così una comunità attiva.
In questo modo la Val di Zena diventa metafora del mondo contemporaneo, un piccolo grande laboratorio che racchiude molte delle problematiche sociali tipiche dei nostri tempi caratterizzati dalla chiusura verso gli altri, dalla diffidenza, dallo scollamento dal territorio e dalla storia. I laboratori attraverso lo stare insieme facilitano la condivisione, la compartecipazione e la comprensione di questi aspetti.
I manufatti finali nel loro insieme assumono un significato comunicativo molto più ampio che fin dall’inizio abbiamo cercato di valorizzare creando delle installazioni (fisse o temporanee) che con la loro per manenza sul territorio fossero testimonianza non solo degli autori ma opera “sociale” della collettività, con livelli diversi di lettura, e inoltre stimolassero la curiosità e l’interesse, favorissero il coinvolgimento di tutti e diventassero così veramente parte integrante del territorio.
I laboratori socio-creativi
Dopo una prima fase di maturazione sia delle nostre potenzialità all’interno dell’Associazione che di conoscenza del territorio, i laboratori si sono evoluti basandosi sulle tematiche fondamentali: Natura e Memoria.
La Val di Zena è un territorio rimasto quasi intatto dal punto di vista naturale, è poco segnato dall’intervento dell’uomo moderno e conserva ampie varietà di elementi naturali, flora e fauna, che arricchiscono l’ambiente, dando così alla natura il ruolo indiscusso di protagonista.
Il recupero della Memoria, soprattutto recente, affossata dal dramma della Seconda guerra mondiale e dal triste abbandono conseguente delle campagne, è stato uno dei lavori più importanti che l’Associazione ha svolto, cercando di ricucire quel passato prossimo che si stava perdendo nelle persone e nel territorio.
Il progetto laboratoriale è stato strutturato con la precisa finalità di favorire negli abitanti e nei frequentatori della Val di Zena un contatto più consapevole con la valle, attraverso la conoscenza dei luoghi e delle loro vicende e degli elementi naturali autoctoni (rocce, corsi d’acqua, vegetazione), conoscenza che è resa possibile anche grazie alle installazioni collocate nei luoghi più significativi del territorio. In particolare facendo riferimento al progetto dell’Associazione per la “Riqualificazione dei percorsi storico-ambientali”, si intende dare vita a tutti quei luoghi e sentieri che oggi sono stati dimenticati.
La metodologia dei progetti laboratoriali
I progetti hanno visto coinvolte in questi anni persone di tutte le età e di diverse estrazioni sociali, dagli abitanti della Valle a “quelli che vengono da Bologna”, dai campi Estate Ragazzi della parrocchia di San Salvatore di Casola ai campi di volontariato internazionale del CIVS. La proposta dei laboratori è stata offerta principalmente alle giovani generazioni locali per sensibilizzarle al senso di appartenenza e alla memoria di un territorio nel quale devono far crescere le loro radici.
L’unica condizione richiesta per partecipare ai laboratori è avere la curiosità e la voglia di creare con le proprie mani un segno-messaggio che rimanga condiviso.
Le operazioni svolte e accomunate dalle finalità sopra descritte, hanno
dato vita a una metodologia ben definita in perfetta sintonia con l’ambiente, che si può sintetizzare nelle seguenti fasi:
– l’individuazione del luogo per l’intervento;
– la ricerca delle fonti visive, orali, storiche e materiali che riguardano il luogo o area su cui si interviene;
– l’osservazione e l’analisi in loco dello spazio individuato per ospitare l’installazione;
– la motivazione teorica, etica ed estetica del progetto;
– la realizzazione fisica dei singoli elementi che compongono l’installazione;
– la collocazione e il montaggio dell’opera nel luogo stabilito;
– la creazione di un evento sociale per la condivisione dell’installazione.
I Laboratori svolti
Il Parco delle Querce, Parco dei cittadini
Sull’onda del successo del laboratorio “Modellando la Natura”, ideato e tenuto da Massimo Paganini e Sara Contavalli, nell’ambito del percorso partecipato per il riutilizzo dell’edificio comunale della ex scuola dell’infanzia del Botteghino di Zocca, è nata l’idea di donare alla comunità le opere in creta dei piccoli e grandi “artisti” partecipanti all’iniziativa.
Lo scopo è molteplice e ambizioso: vogliamo aprire al territorio lo spazio di aggregazione del laboratorio, avviando un circolo virtuoso in cui i cittadini creativi valorizzino il parco lasciando traccia di sé, stringendo con il parco stesso un rapporto più intimo e personale, e inducendo la popolazione a sentire tali spazi come propri. Spazi che sono stati arricchiti dalle creazioni dei partecipanti, di cui portano il nome, in modo da riflettere la molteplicità delle sensibilità nelle diverse realizzazioni “a tema libero”, ma che sono spontaneamente accomunate dall’elemento “natura” e dal legame con la Val di Zena.
Siamo partiti dalle forme “a mattonella” bicolore, decorate con incisioni e a rilievo, che sono state appese agli alberi del parco valorizzandone lo scenario. Questo progetto di Arte Pubblica che parte dal basso, fa uscire la creatività dai luoghi a essa tradizionalmente destinati e la porta a stretto contatto con un pubblico ampio, rivalutando al tempo stesso l’ambiente che ci appartiene. Il risultato finale consiste in una firma collettiva: una testimonianza originale che partecipare al territorio può significare anche lasciarsi ispirare in maniera creativa e costruttiva e sorridere davanti all’albero che sorregge l’opera in cui riconosciamo il nome dei nostri bambini e dei nostri amici.
Il Presepe dei Botroidi
Nel dicembre 2014 si è tenuto il laboratorio “Il Presepe dei Botroidi” nella chiesa di San Salvatore, che ha visto coinvolti 21 bambini che frequentavano la parrocchia. Il Presepe, veramente originale, ha usato come statuette dei sassi “magici” conservati nel nostro Museo di Tazzola, chiamati Botroidi, personalizzati con gessetti colorati solubili in acqua per non recare alcun danno ai reperti. L’idea è stata lanciata da Lamberto Monti e Pino Rivalta per far conoscere, in modo ludico, l’importanza di questi reperti geologici trovati dal famoso ricercatore Luigi Fantini. Un modo nuovo per unire tradizione, gioco e cultura.
I Botroidi sono sassi in arenaria, trovati negli anni ‘70 da Luigi Fantini nel 181 fiume Zena, sulla spiaggia di quel Mare Padano che 2 milioni di anni fa bagnava le ultime pendici dell’Appennino emiliano- romagnolo. A prima vista i Botroidi assomigliano a persone e animali, e in particolare a madonnine con bambino. Di qui l’idea di creare un presepe insolito e straordinario composto da queste strane formazioni naturali.
C’è una balena in Val di Zena… anzi due
Per ampliare il rapporto dei cittadini con la Val di Zena, la sua terra e la sua storia, Massimo Paganini e Sara Contavalli hanno pensato a un nuovo laboratorio per la struttura “Le Botteghe del Botteghino”: creare una balena imparando a lavorare la terra cruda.
Anche questo progetto è stato strutturato con la precisa finalità di riavvicinare i cittadini al contatto con il territorio, attingendo con criterio e rispetto all’incommensurabile ricchezza naturale della nostra valle. Gli elementi naturali di cui il laboratorio necessita sono rami, argilla e paglia, con cui abbiamo insegnato ai partecipanti l’antichissima tradizione della lavorazione della terra cruda, e poi siamo andati a creare un monumento alla balena pleistocenica ritrovata a Gorgognano, di dimensioni più modeste rispetto all’originale.
Ne è nata una grande e divertente operazione di recupero della memoria.
Trasmettere i rudimenti della lavorazione della terra cruda cercando di utilizzare materiali reperibili in loco e modellare una balena nel giardino dell’ex scuola materna ci ha portato da un lato a introdurre con leggerezza, nella consapevolezza dei cittadini, la meraviglia della nostra Val di Zena, della sua preistoria e storia, dall’altro a recuperare una tecnica di costruzione di antichissima tradizione. Oggi, a causa degli agenti atmosferici, della balena di terra cruda non rimane nulla se non il meraviglioso e vivo ricordo nella memoria di cinquanta persone che hanno condiviso la gioia di un grande gesto collettivo.
Laboratori svolti all’interno del Progetto Sentieri e domani
I laboratori Rimodellare Gorgognano, Fili di Memoria, Fiori di Pace e Piccole Porte sul Paesaggio sono nati all’interno del progetto Sentieri e Domani, che si prefigge di appropriarsi del territorio attraverso la riqualificazione di luoghi e sentieri dimenticati.